19.4.09

Il fumetto e la pedofilia (1)

Alcuni mesi fa l'Associazione Chine Vaganti ha partecipato ad un convegno intitolato Dalla parte dei bambini. Un corretto approccio al fenomeno della pedofilia.
Ne ho parlato QUI.

In tempo di record (mi avvisarono più o meno 24 ore prima, dopo mesi di silenzio seguiti ai primi contatti!) mi preparai ad essere il relatore di uno degli interventi.
Il tema portante del mio intervento sarebbe dovuto essere
La Funzione del Fumetto nella prevenzione sociale (titolo scelto dagli organizzatori). Io però ho improntato il mio intervento in una diversa direzione, meno fondata sull'aspetto educativo del fumetto caro ai funzionari di enti e organismi sociali, ma di certo meno sentita dagli autori di fumetto, e certamente da me.
Per me il fumetto non deve necessariamente educare, ma dare un punto di vista. Il punto di vista dell'autore. Ed è lì che sta l'unica "educazione" che deve informare l'opera del fumettista: l'autore deve essere quanto più sincero e libero nel far sentire la sua voce. Il lettore è poi abbastanza intelligente da farsi da solo la propria idea...

Il mio intervento, che per motivi di tempo ho dovuto drasticamente ridurre, si intitola quindi, semplicemente
IL FUMETTO E LA PEDOFILIA.
Eccovi la prima parte.


Io oggi rappresento l'Ass. Chine Vaganti. L'Associazione è attiva dal 1997, si occupa di fumetto in vari ambiti. Si occupa di produzione del fumetto, con albi come questi che vedete qua davanti, si occupa soprattutto di fumetto come fattore culturale. Un fattore che porta aggregazione, conoscenza, interscambio.

L'associazione fa fumetto e sviluppa la conoscenza di esso anche in altri ambiti. Organizza laboratori con le scuole o i centri di aggregazione sociale, allestisce mostre a cui vengono sempre invitate le scuole, e cerca di mantenere viva la cultura della letteratura disegnata anche tra i giovani.

Tra quelli che vogliono avvicinarsi alle sue attività almeno.

Come dicevo, tra le attività, c'è quella di produrre fumetti. Come CUORE INNAMORATO, di Giuseppe Pili e Giorgio Concu. Una storia che tratta in maniera intensa, originale e delicata un tema che solitamente viene definito con l'aggettivo terribile: la pedofilia.

L'associazione, durante gli anni della sua attività, ha trattato molto spesso temi sociali. Gli albi usciti finora lo testimoniano. Storie sulla prostituzione, o sulla solitudine. In un racconto di alcuni anni fa del nostro attuale presidente, Marcello, si parlava esplicitamente di violenza sui bambini e indicava il numero gratuito del telefono azzurro a cui chi subisce violenza può rivolgersi.

Abbiamo sempre cercato di utilizzare, però, questi messaggi all'interno di una storia.

Perché non siamo educatori, ma narratori. E infatti raccontiamo. Sta a chi legge fare lo sforzo successivo, quello di informarsi. Ogni testo, ammoniva Umberto Eco, è una "macchina pigra", che necessita della "collaborazione interpretativa" del lettore, che deve riempire i vuoti.

E riempire questi vuoti è uno sforzo che raramente si è fatto, in Italia e nel mondo, quando il fumetto ha raccontato storie che non potevano essere relegate nel cantuccio di storiella per bambini, come spesso si vuole vedere il fumetto. È una cosa che sottolineo sempre, anche durante i laboratori coi ragazzi. Il fumetto non è un genere, ma un insieme di generi, un linguaggio capace di catalizzare moltissimi argomenti,come il romanzo.

In Italia e nel mondo sono stati tanti gli scandali che il fumetto ha provocato quando ha parlato di temi sociali. E non è un problema degli anni 50, ma anche dei giorni nostri.

Negli anni 50 infatti, lo psichiatra Fredric Wertham nel libro The seduction of the innocent asseriva che l'utilizzo narrativo di crimini, sesso, droga nei fumetti incoraggiava analoghi comportamenti nei bambini.

La sua opera ha portato l'editoria dei fumetti americana a autoregolarsi col comics code, copiato anche in Italia, dove la dicitura Garanzia Morale stampigliata sulle copertine certificava la bontà dei contenuti.

Per fare un esempio, Wertham accusava Batman di essere omosessuale, pedofilo e avere una libidinosa relazione con Robin. La presunta "relazione" tra i due eroi è stata presa in giro da moltissimi siti, anche grazie ai risultati ingenuamente imbarazzanti di vignette come queste, tratte da un albo d'epoca del Cavaliere Oscuro (di cui potete leggere i dialoghi tradotti qua sotto)

- Non solo voi siete condannati, ma tutte le persone che avete toccato!
- Jean Loring! Ho firmato la tua condanna a morte!
- Ho dato a Iris West il bacio della morte!
- Carol Ferris in pericolo mortale!
- Robin... che cosa ti ho fatto?! [da http://warbulletin.blogspot.com/]

Ma un conto è l'ironia, un conto è la seria battaglia sociologica di Wertham.

Certo, i tempi erano diversi, e c'era una discreta confusione tra la pedofilia e l'omosessualità. Entrambe erano considerate depravazioni, mentre fortunatamente oggi l'omosessualità non è più vista come una malattia. L'OMS la definisce una variante naturale del comportamento umano. Wertham diceva che Robin e Batman erano gay anche perché vivevano da soli in una casa gigante piena di fiori. So che sembra paradossale, ma anche su questo la sua tesi si basava. Oggi queste confusioni tra pedofilia e omosessualità non si ingenerano più (in generale almeno), ma incomprensioni simili a quelle enucleate da Wertham ogni tanto nascono ancora .

Purtroppo.

[fine prima parte]


(Si ringraziano Massi Marongiu per l'aiuto e alcuni spunti, e http://www.abusi.it/comics.html, http://digilander.libero.it/pokeplanetpage/italiapregiudizi.htm, http://www.fumettidicarta.it/Garage_Ermetico/BAT_P/Batman.htm e altri per i contenuti)

15.4.09

Sospeso Vauro

Ci sono ricascati.

Dopo la vicenda di Mauro Biani e della sua vignetta su Brunetta, il direttore generale della Rai ha sospeso Vauro, ''in via cautelativa e da subito'', dalla trasmissione Anno Zero per questa vignetta
No, dico, per questa vignetta.
Avete capito bene, per questa vignetta.Siamo sommersi dal guano (che dire merda fa cattivo, fa finto alternativo, fa fighetto contro il sistema) di un giornalismo morente che evita di fare domande scomode, di falsi cronisti che programmano a tavolino la scansione degli interventi degli ospiti, di anchorman che fanno pervenire la lista delle domande agli uffici stampa dei governanti che vengono invitati...
E cosa vanno a censurare?
Una vignetta.
No, dico, UNA VIGNETTA, QUESTA VIGNETTA!Per quel che vale, esprimo la mia più sincera solidarietà a Vauro.
VIVA LA LIBERTÀ DI SATIRA!

9.4.09

Ad Libitum

Oggi voglio consigliare a voi, pochi ma affezionati lettori, un libro.
Si chiama Lettere contro la guerra, è stato scritto da Tiziano Terzani ed è una struggente dimostrazione della stupidità umana. Lo stile di Terzani è giornalistico, a tratti sarcastico, sempre empatico verso le storie che racconta.

Per corredare questo mio consiglio librario, vi regalo una storia che mi vede anche ai pennelli.
Un parallelo tra la musica e la guerra, tra il suono e il rumore, tra le emozioni e il terrore, tra l'arte e la distruzione.
Buona lettura.
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